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venerdì 30 novembre 2012

Nostalgia canaglia

José Mourinho in Portogallo confessa che la felicità l'ha vissuta solo all'Inter, nei suoi anni magici. Come riporta La Gazzetta dello Sport in prima pagina: "Sono stato felice solo a Milano", le parole dello Special One, più nostalgico che mai.
«L’Inter è il club in cuimi è piaciuto di più stare - racconta lo Special One alla tv portoghese TVI -. Nessun altro mi ha regalato la stessa felicità. L’Inter è una famiglia e io appartengo alla famiglia nerazzurra per sempre. Quando l’ho lasciata ho pianto più di una volta. Ho vissuto in un ambiente fantastico, dalla Pinetina, dove ci si allenava, a San Siro».
La domanda d’obbligo: perché ha lasciato Milano per Madrid? «Anch’io — ha risposto José — mi sono chiesto perché l’ho fatto. E’ giusto, allora, che lo spieghi. Era la terza volta che il Real mi proponeva la sua panchina. I miei amici dicevano: "Puoi essere un grande allenatore, ma se non sei campione con il Real Madrid ci sarà sempre nella tua carriera un qualcosa che mancherà, un buco sempre aperto". Capello ce l’aveva fatta. Allora ho deciso di impegnarmi personalmente con Florentino Perez. E ci sono andato. Ma per l’Inter ho una nostalgia che è sempre presente».
Mou ha poi raccontato aneddoti inediti del suo periodo nerazzurro. «Il mio primo scudetto all’Inter non lo abbiamo vinto in campo bensì al centro sportivo di Appiano Gentile. Era un sabato e il nostro inseguitore era il Milan, che nell’anticipo di quella sera era stato battuto (dall’Udinese ndr) rendendoci così campioni. Era la terz'ultima di campionato e noi dovevamo giocare il giorno dopo col Siena. Al centro esplose subito la baldoria, con tutta la squadra a chiedermi di andare a festeggiare in Piazza Duomo assieme ai tifosi. Io ho pensato: se ci andiamo non andremo a letto prima delle tre-quattro del mattino e poi scendiamo in campo stanchi e addormentati e la striscia di partite di fila sempre vinte finisce lì. No, non possiamo farlo: "Tutti a letto" ho tuonato. Quando già ero in camera mia pronto a coricarmi bussa alla porta Júlio Cesar. Il suo era un grido di dolore, piangeva a dirotto: "Mister, dobbiamo andarci in Piazza Duomo, ci aspettano in migliaia. Se non ci andremo tu in vita tua non vincerai più niente". Parole che sembravano una maledizione. Ho pensato: "Sono fregato". Non sono superstizioso, ma quelle parole mi hanno lasciato traballante. Bene. Andiamoci tutti: e così è avvenuto. I tifosi quando ci hanno scoperto sono diventati pazzi. Siamo tornati ad Appiano verso le tre di domenica e nel pomeriggio i giocatori sono stati fantastici, dando tutto per non perdere l'imbattibilità e per non consentire agli avversari di dire che avevano battuto i neocampioni d'Italia. Questi ricordi, lo ripeto, mi procurano tanta nostalgia. Gioisco per i successi dell’Inter e soffro quando l’Inter viene battuta o fermata, com’è successo in queste ultime settimane... Fra l’altro, l'unica volta in vita mia in cui ho vinto ai rigori è stata la Supercoppa Italiana conquistata contro la Roma, il primo dei miei trofei nerazzurri. E' che quando si va ai rigori per decidere il vincitore mi assale il panico. Così perdo sempre, compreso l’ingresso a due finali di Champions League con Chelsea e Real. Soltanto l’Inter mi ha regalato anche questa gioia».



giovedì 29 novembre 2012

Inter Campus @ Nazioni Unite New York

Fonte: InterCampus
 
NEW YORK - Ore 10.30 di New York, le 16.30 italiane, la Rappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite si colora di nerazzurro: 885 Second Avenue, a varcarne la soglia, al 49esimo piano, ci sono Massimo Moratti, la figlia Carlotta che di Inter Campus è presidentessa, gli ambasciatori nel mondo del progetto Luis Figo e Francesco Toldo. 
A fare gli onori di casa l'ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, con il quale la delegazione nerazzurra si sposta all'auditorium delle Nazioni Unite, dove il portavoce di Ban Ki-moon ha appena concluso il suo quotidiano report alla stampa. Ora l'attenzione è per le attività di Inter Campus, accolte alle Nazioni Unite come esempio di uno sport che diventa concretamente uno strumento di sviluppo e di pace. 
A prendere la parola Ragaglini: "È un onore per me poter presentare qui alle Nazioni Unite l'Inter, che per altro è da sempre la mia squadra del cuore. Ma l'onore è dovuto al fatto che dell'Inter racconteremo oggi ciò che di più bello significa il calcio: Inter Campus è un progetto che dura da ben 15 anni e restituisce davvero ai bambini che vivono in condizione di disagio la voglia di sorridere e di poter godere del prezioso diritto di giocare". 
Una speranza concreta che ha impressionato Wilfried Lemke, Special Advisor di Ban Ki-moon sullo Sport per la Pace e lo Sviluppo: "Ho conosciuto Inter Campus attraverso i racconti dell'ambasciatore Ragaglini, che mi hanno portato addirittura in Angola. Tutto il mio staff mi parlava di sicurezza, ma quando ci siamo ritrovati in un quartiere difficilissimo, ho incontrato una giovane ragazza, umile, timida, che con mio grande stupore ho scoperto essere Carlotta, la figlia del presidente dell'Inter Massimo Moratti. Impegnata in un luogo pericoloso ad occuparsi dei bambini di strada, che con lei, con Inter Campus, riuscivano a ridere e divertirsi: è con questo atteggiamento che mi piacerebbe vedere i miei figli". 
Ambasciatori nel mondo di queste attività Luis Figo e Francesco Toldo, che all'auditorium si ritrovano a raccontare il loro coinvolgimento davanti ai giornalisti delle più svariate nazioni: "Ho giocato per quasi 20 anni a calcio, di questi solo 4 li ho trascorsi all'Inter - racconta Figo -, ma è proprio in nerazzurro che ho avuto di più in termini di amicizia e considerazione, e soprattutto ho conosciuto Inter Campus. E ora è un onore rappresentarlo. Io nella vita ho avuto l'opportunità di seguire il mio sogno e ora vorrei che i bambini di tutto il mondo potessero seguire il loro, qualunque esso sia. Grazie a questa grande famiglia che è l'Inter si può, grazie a Inter Campus, di cui sono orgoglioso di fare parte, si può". 
Un orgoglio che condivide anche Francesco Toldo, come si percepisce anche nell'ascoltarlo pronunciare queste parole: "Diecimila bambini, 25 paesi, una sola grande speranza di gioco e di vita. Questo è Inter Campus. Non è solo un piacere ma un onore farne parte. Sono felice di essere qui e rappresentare Inter ed Italia per un progetto stupendo come Inter Campus. L'emozione che danno quei diecimila bambini quando li andiamo a trovare è maggiore rispetto a quella per la vittoria di una Champions League. Ma la nostra non è solo beneficenza, è aiutare bambini che non hanno null'altro che problemi ad avere una speranza di vita attraverso il gioco. Ci avvaliamo di partner locali, attraverso il calcio reintegriamo nella società, nella vita, insegniamo il rispetto, le regole non solo del gioco. L'obiettivo è la crescita, non certo solo calcistica, di questi bambini: educhiamo attraverso il calcio bimbi e bimbe, al di là del sesso e delle etnie. Siamo riusciti a far giocare insieme bambine e bambini palestinesi e israeliani. Questo è Inter Campus".

mercoledì 28 novembre 2012

Abbiamo perso. Di nuovo.

Un punto nelle ultime tre partite è quello che onestamente ci siamo meritati, anche al netto di numerosi e innegabili errori arbitrali che hanno condizionato la nostra storia.
Che l’Inter si sia fermata dopo la vittoria contro i pluricondannati è solo un caso fortuito. Al massimo può essere stato un evento catalizzatore di qualcosa che sarebbe comunque successa con ogni probabilità e questo doveva essere chiaro per chiunque avesse un minimo di obiettività e senso critico. Le dieci vittorie consecutive culminate con il trionfo di Torino e il passaggio del turno anticipato in Europa League erano figlie di un momento di forma eccezionale dei nostri migliori e più stagionati giocatori, Cambiasso su tutti. Affiancato da un Cassano ormai arrivato a poter reggere i 90 minuti senza troppi patemi e un Milito che riusciva a liberare spazi in attacco con la sua solita intelligenza.
Non potevamo illuderci che sarebbe durata per sempre, se non altro per ragioni anagrafiche, ma anche per i Km percorsi sul prato da questi signori. Sono giudici impietosi per i nostri campioni e così, esaurita la loro vena positiva, si è prosciugata anche la nostra capacità di vincere. Contro il Parma orfani di Cassano, unico in grado di inventare calcio anche giocando da fermo, è giunta la resa dei conti. Troppo piena l’infermeria, troppi sostituti non pronti o non all’altezza per poter chiedere loro di caricarsi la squadra sulle spalle.
Vincere a Torino ci ha fatto illudere di poter essere lì a lottare per il massimo traguardo già quest’anno. Al contrario siamo un cantiere aperto e solo una serie improbabile di circostanze favorevoli ci avrebbe permesso di insidiare l’immonda squadra degli immondi Agnelli. Intendiamoci non è detta l’ultima, ma non può essere quello il nostro obiettivo. Non possiamo pensare di vincere tutte le partite schierando sempre la formazione titolare.
Sembrerebbe quasi che Strama abbia finito la polverina magica. Di sicuro errori ne ha fatti in queste ultime partite, ma ad essere onesti e a guardare la panchina dobbiamo ammettere che non ci sono molte alternative a sua disposizione. Di sicuro nulla che gli permetta di effettuare cambi tattici, ma solo di interpreti nello stesso ruolo.
E allora?
Allora niente. Non eravamo dei fenomeni ieri, non siamo delle schifezze oggi.
Dobbiamo però ricordarci che il nostro obiettivo quest’anno non può essere vincere. L’obiettivo è arrivare nei primi tre, riuscendo nel frattempo a far giocare i nuovi arrivati a sufficienza da poter decidere quali sono “da Inter” e quali invece saranno giusto utili come moneta di scambio. Per far questo bisogna accettare di giocare le partite provando a vincerle, ma sapendo che le si potrebbe perdere, inserendo i nuovi arrivati gradualmente e senza caricarli di pressione eccessiva. Bisogna abbassare la testa e lavorare in silenzio e umiltà. Tutti. Soprattutto Strama, che deve essere supportato dalla Società proprio nei momenti più difficili.
Poi starà a lui decidere se da grande vorrà fare il Mourinho o il Ranieri.
scritto da: COSCENZA NERAZZURRA

SESTA RIUNIONE MACROAREE INTER CLUB: CENTRO ITALIA

...dal sito INTER.it...
MONTESILVANO (PE) - Domenica 25 novembre a Montesilvano (PE) si è svolta la sesta e penultima riunione per "macroaree" che ha visto coinvolti tutti gli Inter Club dell'Abruzzo, del Lazio, delle Marche, del Molise e dell'Umbria. Presenti oltre 120 soci in rappresentanza di 63 Inter Club e i coordinatori: Alfredo Amante (Abruzzo); Mauro Basilico (Lazio); Mario Montesi (Marche);  Francesco Lanotte (Molise) e Carlo Castori (Umbria).
A dare inizio al programma dei lavori Sergio Spairani, responsabile del Centro Coordinamento Inter Club, il quale ha illustrato il programma dei lavori e ha introdotto tutte gli argomenti approfonditi durante il corso della giornata.
In particolare sono state approfondite le tematiche riguardanti i numeri della stagione 2011/12, i format delle ospitalità riservate ai soci Inter Club, le regole della vita associativa, il "mondo" dei servizi Inter Club, la Crociera Nerazzurra e le nuove funzioni del portale ccic.inter.it.
Nella seconda parte della giornata si è dato invece ampio spazio alle domande della platea.
L'ultimo incontro coinvolgerà gli Inter club del  coordinamento  Sardegna presumibilmente nel mese di dicembre.


 Intervento di Sergio Spairani

Platea gremita in ogni ordine di posto


Foto dei coordinatori presenti con Alessandro Buono, Sergio Spairani e Valerio Bressani

lunedì 12 novembre 2012

Trasferta Lazio-INTER

In occasione del match tra Lazio e INTER di sabato 15 dicembre alle ore 20:45  il nostro club organizza la trasferta in pullman. Il costo complessivo (pullman+biglietto CURVA SUD) è di €55,00/60,00 per i TESSERATI al club e €10,00 in più per i NON TESSERATI. Si avvisa inoltre che NON è necessaria la Tessera del Tifoso.
Il termine massimo per la prenotazione è il 30 novembre. (acconto €30,00)
FORZA INTER

Seconda Riunione regionale Inter club Molise

Sabato 10 novembre 2012
In occasione della seconda riunione regionale del coordinamento Inter club Molise, tenutasi presso la sala consiliare del comune di Acquaviva d’ Isernia, paese dell’omonimo club intitolato a Peppino Prisco, colgo l’occasione per ringraziare il presidente Giancarlo Rossi che, insieme al suo gruppo, ha preparato una bellissima accoglienza, organizzata nei minimi particolari con addobbi nerazzurri, lo striscione del club che ci ha accolti appena entrati in paese e infine un buonissimo rinfresco con delizie preparate direttamente dalle socie che ringraziamo di cuore.
La riunione è cominciata, appunto con un ringraziamento, al club con il numero di iscritti record, credo a livello nazionale per proporzione tra abitanti e iscritti, sempre presente alle riunioni, puntuale nei pagamenti e aderente a qualsiasi iniziativa, il solo ad aderire all’invito di Inter channel.
Siamo passati, poi, alla definizione dei partecipanti alla partita Inter-Napoli del 9 dicembre
Si è discusso anche del congresso per macro aree che si terrà a Pescara il 25 novembre. Non sono mancate lamentele da parte del coordinatore e in seguito dei vari club presenti circa le assenze degli altri club o perlomeno di loro rappresentanze, in alcuni casi non giustificate. Le lamentele, si sono estese anche per la scarsa considerazione da parte dei dirigenti nazionali riguardo le ultime richieste inevase, riguardanti, ad esempio la presenza di qualcuno in occasione del ventennale del club di Agnone, l’inaugurazione di nuovi club o il decennale del terremoto in Molise che si è portato via, tra gli altri, 27 bambini. In alcuni casi, sarebbe bastata anche un’e-mail di partecipazione.
Si è ribadito il nuovo sistema di compilazione dei moduli per la tessera “siamo noi” tramite il PDF prontamente inoltrato ai club.
Si è deciso di chiedere a Milano, la possibilità di usufruire dell’ospitalità per la partita delle famiglie, in occasione della partita Inter-Parma del 21 aprile 2013
Infine, si è definito che Campobasso sarà la sede della prossima riunione regionale che si terrà verso la metà di gennaio.

                                                                                                                      Franco Lanotte
                                                                                                           Coordinamento Inter club Molise

sabato 10 novembre 2012

...e sono 10!!!

Siamo arrivati a 10. Dieci vittorie di fila e 10 vittorie consecutive in trasferta. E' record per quanto riguarda le trasferte ed è giusto fermarci a sottolineare questa piccola impresa. Non abbiamo vinto niente  e i record non portano trofei ma una quarantina di giorni fà dopo inter-siena il carro era praticamente vuoto e le voci più ricorrenti erano il siluramento del mister e l'assurda campagna acquisti estiva. Adesso stanno per attaccare un altro vagone al carro. E' sempre così. Mi piace quest'inter che soffre e lotta su ogni campo, anche in una partita come quella con il Partizan che serviva a poco. Mi piace il mister che si diverte a cambiare tattica e modulo anche più volte nello stesso incontro. Mi piace questa società che rema tutta dalla stessa parte; mi piace vedere i nostri tifosi che riempiono sempre il settore ospiti. Prima o poi i problemi arriveranno, ci saranno pareggi del cavolo, sconfitte impreviste, ma per adesso dobbiamo fermarci e farci un bell'applauso perchè ce lo meritiamo. Siamo qualificati ai sedicesimi della sfigata Europa league, siamo secondi ad un punto della squadra diciamo più forte, il milan è osannato e beatificato ma non ci riesce a vedere neanche col binocolo. E questo nonostante circa 10 titolari fuori per infortunio e una squadra piena di nuovi acquisti.
E allora fermiamoci un secondo e facciamoci un bell'applauso!

lunedì 5 novembre 2012

Juve-Inter: il capolavoro di Stramaccioni

Se Juve-Inter era l'esame più importante per Andrea Stramaccioni, il più giovane allenatore della serie A l'ha superato a pieni voti.
Ha avuto il coraggio di presentarsi in casa dei campioni d'Italia con tre attaccanti e ha vinto con pieno merito, nonostante nuove, insopoortabili nefandezze arbitrali, scattate addirittura dopo soli 18 secondi quando il guardalinee Preti non ha visto il fuorigioco di Asamoah che anche un cieco avrebbe rilevato. Per non dire della mancata espulsione di Liechsteiner, di Giovinco lanciato a rete e fermato per un fuorigioco che non c'era e di altri errori e omissioni.
Ora l'Inter è a un punto dalla capolista, ne ha interrotto la strepitosa serie di 49 risultati utili consecutivi in serie, ha portato a 9 le vittorie consecutive (7 in campionato e 2 in Europa League).
Alessio e Conte (o Alessio per Conte) hanno sorprendentemente sbagliato tutti i cambi, tenendo in panchina il bianconero più in forma: Paul Pogba.
Nulla è compromesso per la Juve, tutto è riaperto in un campionato dove Esteban Cambiasso e Javier Zanetti si stanno prendendo molte rivincite.
Per uno degli stereotipi del nostro calcio che, tanto più vengono usati quanto più divengono abusati,
da almeno un anno e mezzo a questa parte i due argentini si sono ritrovati al centro di critiche ingiuste e ingenerose.
Ricordate le illazioni e le malignità sul loro ruolo all'interno dello spogliatoio interista? Le sottolineature sull'età del Capitano, che oggi ha 39 anni e anche su quella dell'ex madridista che,in realtà, di anni ne ha soltanto 32?
Cambiasso e Zanetti hanno tenuto duro e hanno risposto sul campo. Il centrocampista è tornato sugli eccezionali livelli di rendimento del memorabile 2010, il recordman di presenze in maglia nerazzurra (814 partite ufficiali) si dimostra un autentico uomo bionico capace di cancellare qualunque riferimento anagrafico. Ieri sera a Torino ha letteralmente schiantato Asamoah alla distanza: e il ghanese è uno dei migliori centrocampisti della serie A.
Dietro l'inarrestabile avanzata dell'Inter, ci sono anche questi due Grandi Veterani, autentici esempi di professionalità e di bravura.